Sconcertanti dati affermano che il numero di suicidi nelle carceri italiani sta aumentando vertiginosamente. Ad alimentare la denuncia sono state le stesse guardie carcerarie che senza mezzi termini definiscono “putride” e “fetide” le celle italiane.
Ecco allora che per la disperazione, il carcerato arriva ad ingoiare una lametta o annodarsi insieme i lacci delle scarpe prima di appendercisi, e il gioco è fatto, con buona pace di tutti e senza bisogno del boia.
In allegato ecco la lista di alcuni dei detenuti morti suicidi:
Pierpaolo Ciullo, 39 anni - 2 gennaio - carcere di Altamura, asfissia con gas;
Celeste Frau, 62 anni - 4 gennaio - carcere Buoncammino di Cagliari, impiccagione;
Antonio Tammaro, 28 anni - 7 gennaio - carcere di Sulmona, impiccagione;
Giacomo Attolini, 49 anni - 8 gennaio - carcere di Verona, impiccagione;
Abellativ Sirage Eddine, 27 anni - 14 gennaio - carcere di Massa, impiccagione;
Mohamed El Aboubj, 25 anni - 16 gennaio - carcere S. Vittore di Milano, asfissia con gas;
Ivano Volpi, 29 anni - 20 gennaio - carcere di Spoleto, impiccagione;
Detenuto tunisino, 27 anni - 22 febbraio - carcere di Brescia, impiccagione;
Vincenzo Balsamo, 40 anni - 23 febbraio - carcere di Fermo, impiccagione;
Walid Aloui, 27 anni - 23 febbraio - carcere di Padova, impiccagione;
Questi sono solo alcuni, dato che alla lista ne andrebbero aggiunti minimo un'altra ventina.
Mi pare sia giunto il momento per il governo italiano di pensare un po’ anche a questo, piuttosto che continuare ad imbavagliare l’informazione.
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